cop donne che conosco l.basilico

“DONNE CHE CONOSCO” di Laura Basilico (ed. Helicon, 2016)

 

Si dice spesso che la questione “parità di diritti e opportunità” tra uomo e donna è una questione ormai ampiamente dibattuta e superata. Ma che ciò sia assodato non è scontato per tutti. Pensiamo a ciò che diceva Giorgio Gaber “Secondo me la donna e l’uomo sono destinati a restare differenti. Perché è proprio da questo incontro – scontro di posizioni che si muove l’universo intero”: E allora, al di là di come la si pensi in merito, vale forse la pena ascoltare la posizione di chi la questione la vive dal di dentro e non (o non necessariamente) con vittimismo o superiorità, ma con la semplice volontà di far presente situazioni sviscerate con precisione e a volte passione a volta più distacco, ma sempre indicative di un modo di essere e di una sensibilità  che ha diritto ad una “voce” . Ecco dunque questa serie di 12 racconti dove non esiste un vero e proprio filo conduttore se non quello delle varie sfaccettature femminili nelle situazioni più disparate. Il pregio e l’impegno della raccolta (e il merito della sua autrice) è quello di presentare appunto -  sempre con la leggerezza Calviniana cui si accenna nella prefazione – diversi ambiti in cui si sviluppano piccole storie che a volte presentano spaccati fugaci ma rivelatori di vita quotidiana, a volte situazioni decisive ; la famiglia sembra essere un elemento costante che torna quasi sempre, quasi a sottolineare il ruolo in senso positivo che il lato femminile di qualunque essere umano(anche uomo) sostiene nel ricordarci l’importanza delle radici affettive , qualunque sia la nostra situazione di partenza lavorativa, geografica, di salute o di posizione sociale. Non è sempre detto o scontato che la donna ne esca positivamente. Rivelatori ne sono alcuni episodi del libro . Il racconto “UN MANOSCRITTO DA NON SPRECARE” ci presenta la figura di una redattrice alla disperata ricerca di un autore che dopo averle consegnato un plico di un suo romanzo per proporglielo, sparisce misteriosamente nel nulla; da qui partirà una ricerca tanto affannosa quanto morbosa da parte della protagonista per scoprire che fine ha fatto il suo interlocutore; in “SEGRETI EGIZI” una hostess congressuale (come si autodefinisce) è alle prese con l’ingarbugliata faccenda della morte del marito che viene trovato senza vita all’interno della sua “piramide egiziana” che egli stesso, da egittomane, si era costruito in casa; salvo poi scoprire in maniera perfida le carte della questione; “OTTENERE UN POSTO FISSO” offre uno spaccato di vita sociale in cui donne carrieriste si confrontano coi propri ruoli sia lavorativi che genitoriali in una sorta di giostra a chi “se la cava meglio”, salvo poi il colpo di scena finale dove la scoperta sorprendente della giornalista protagonista rivela la vera entità morale di tali “donne in carriera” . Non mancano punte di grottesco estremo , e anche un po’ “autoironico di genere”, come in “DELIRIUM GENERANDI” , dove la smania di maternità di una donna apparentemente tradizionalista e perbenista si rivela una patologia tale da fare uscire pazzo il marito arrivati al quindicesimo figlio;

 

A volte il giudizio sembra quasi come sospeso , senza un apparente compiutezza .Nel racconto “LUCCICHIO” assistiamo ad un breve soliloquio interiore di una donna che medita su una sua scappatella di cui nell’auto dove sta viaggiando è visibile un indizio che poi però si scopre che per pura casualità coincide con un elemento di abbigliamento smarrito da un parente; e dunque il sorriso sornione della protagonista è come una “spia” di qualcosa intendibile sol oda lei e dai lettori.

 A volte invece si palesa un giusto ruolo “risolutore” della donna , con la sua sensibilità pronta, decisa e forte come si rivela anche in senso vincitore ,se è il caso, sull’uomo Vedi a tal proposito la “ PSICOPATOLOGIA DEL MESTOLO QUOTIDIANO”, dove si mettono alla berlina le manie culinarie per far “riscoprire le radici affettive”(chissà non ci sia un sottile riferimento ai deliri vegani di oggi)  ; o ancora “IN UNA PALESTRA DI MONACO”, che apre la raccolta: una giornalista apparentemente d’assalto intervista una scrittrice nota per essere stata la custode di alcuni “segreti umani e professionali” dio un calciatore croato che in piena guerra nell’ex Yugoslavia rifiuta il passaggio alla nazionale tedesca per restare nella sua patria e giocare con la sua nazionale di origine; e infine : in “CREPUSCOLO SCOZZESE” si celebra il totale riscatto di una moglie considerata dal marito alla stregua di una che deve in sostanza “Fare il suo ruolo senza obiettare” ; e invece con somma sorpresa del marito “rispettabile avvocato” essa si rivela una grande poetessa autrice di un hit editoriale.

 

Non è traibile secondo noi alcuna morale di giudizio o di valore da una serie di racconti come questa. Semplicemente possiamo , ognuno con la propria sensibilità e con le proprie posizioni in merito atteggiarci a spettatori degli episodi senza preconcetti di merito; ci potremmo limitare a sottolineare l’esattezza (altra virtù celebrata dalla poetica di Calvino) con cui Laura delinea sapientemente le situazioni e riesce a giungere a conclusioni non sempre ad effetto ma comunque dense di saggezza e colme di qualcosa che ancora non sentiamo ma che comunque potrebbe “rivelarsi” da un momento all’altro per ognuno di noi, nella nostra vita, nei nostri gesti e nei nostri rapporti. Ricordando sempre per concludere ancora con Gaber che, senza l’incontro di due mondi e di due sentimenti differenti (quello maschile e quello femminile), non ci può essere futuro.

L.M.

www.edizionihelicon.it

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