Per chi ha ancora l’abitudine di scrivere a mano oltre che sulla tastiera, potrebbe essere interessante scoprire che esiste chi non solo esercita ancora la calligrafia intesa come arte, ma addirittura ne sperimenta nuove possibilità. E’ il caso dell’artista svizzera Gabriela Hess che in questo suo libro “SOLEIL”, racconta il suo mondo , la sua idea di un nuovo stile e suggerisce addirittura come praticarla.
Gabriela nasce come grafica e ben presto sviluppa l’interesse per la scrittura delle lettere. In questo volume ben si enuclea l’arte del ben scrivere come una ricerca che trova il suo “motore” nell’estetica dei “segni, dei gesti e delle forme”: l’atto della scrittura è innanzitutto un movimento ,uno slancio attivo del braccio e della mano che non si discosta molto dalla natura del gesto di una qualsiasi di altre parti del corpo o di altri elementi della natura come un ramo al vento o altro. La precisione dei dettagli consequenziali con cui si descrive, nelle prime pagine , il processo creativo , sottolinea la qualità totalizzante della disciplina. Non si tratta solo di comporre segni grafici, ma di coinvolgere il corpo, lo spirito e la mente: a ciò si unisce l’incontro e l’unione con la Natura, cui questo stile si ispira . E’ proprio fra queste “righe” che ritroviamo una comunione di spirito cui Gabriela aspira e invita. La calligrafia “non è mai fine a se stessa”, come si dice nel libro: E’ importante il contenuto del testo e , sotto certi aspetti, anche la lingua in cui si scrive: l’azione calligrafica può arrivare addirittura a risultare una forma di meditazione, se è vero che si tratta di segni sprigionati da una qualità di azione ben precisa.
E dunque si dettagliano anche gli strumenti per una buona riuscita dell’atto (l’inchiostro, il pennino, il tipo di carta) . Potremmo sottolineare anche il fascino evocativo che possiedono i vari “gesti fondamentali” che costituiscono la fase propedeutica alla scrittura delle lettere: Il punto a goccia, la linea orizzontale ondulata, le erbe, l’asta a freccia, l’ovale, la S verticale. Le “grazie arrotondate”. Una sorta di “ginnastica” dopo la quale si passa all’esercizio sulle lettere maiuscole e minuscole fino alla composizione di frasi vere e proprie.
Il fine di Soleil, dice Gabriela, è quello di “sviluppare una vostra grafia personale in sintonia con la vostra personalità” : è certamente un’occasione per riscoprire qualcosa che un tempo si riteneva indispensabile anche nel corso della formazione generica dell’individuo e che oggi viene pochissimo considerata. E se ripartissimo anche da semplici gesti come questi, come quello di tracciare dei segni di senso compiuto su un foglio di carta, per ricordarci che esiste una motilità propria dell’essere umano che con la tecnologia imperante e pervasiva, abbiamo quasi dimenticato?