Il giorno 11 gennaio 1999
il panorama musicale italiano perde uno dei suoi esponenti di spicco:
Fabrizio de Andrè.
E’ una parte di me che se ne va,
un pezzo della mia vita che ho perso per sempre.
Tanta gente si riconosce in queste parole.
Poesia vera la sua,
poesia in musica che coniuga la tenerezza con l’indignazione,
la pietà con l’amore,
la scelta di comunicare in maniera palpitante,
diretta, viva condotta sul filo di un’emozione sempre più latitante
in un’epoca disidratata da sistemi sociali inumani,
demenziali e distruttivi.
Non si può non riconoscergli il merito di aver inventato
un nuovo alfabeto dell’amore per gli umili e i diseredati
Lo spettacolo consiste in un’antologia dei brani più significativi
e popolari di Fabrizio de Andrè.
Viene ripercorso un iter artistico durato 40 anni
attraverso una selezione di brani
tratti pressoché da tutti gli album di Fabrizio
(Da Michè a Bocca di Rosa, da Marinella a Carlo Martello)
emergono gli aspetti più cari a Fabrizio: l’emarginazione, la prostituzione, il potere deriso,
l’impegno politico più stretto
fino ai brani in dialetto riguardanti
l’ultima produzione (Creuza de maà, Don Rafaè).
PROGRAMMA:
1. Caleidoscopio (De Andrè) (°)
2. La Ballata del Michè (De Andrè-Petracchi)
3. Via del campo (De Andrè-anonimo)
4. La città vecchia (De Andrè)
5. La guerra di Piero (De Andrè-Centanaro)
6. Andrea (De Andrè-Bubola)
7. Il testamento di Tito (De Andrè-Castellari)
8. Carlo Martello (De Andrè-Villaggio)
9. La canzone di Marinella (De Andrè)
10. Bocca di Rosa (De Andrè)
11. Il gorilla (De Andrè-Brassens)
12. Un giudice (De Andrè-Bentivoglio-Piovani)
13. Il bombarolo (De Andrè-Bentivoglio-Piovani)
14. Creuza de maa (De Andrè-Pagani)
15. Quello che non ho (De Andrè-Bubola)
16. Hotel Supramonte (De Andrè-Bubola)
17. Don Rafaè (De Andrè-Bubola-Pagani)
18. Quello che non voglio (Benni) (°)
19. Anime salve (De Andrè-Fossati)