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“QUANDO PIOVE HO VISTO LE RANE” di Azzurra D’Agostino (“Valigie Rosse”,2015)

OSSERVARE.E non limitarsi a “guardare”. Forse è questo che distingue il poeta o l’artista in genere. Per andare oltre, al di là delle semplici descrizioni di un ambiente o di uno stato d’animo. Il titolo di questa breve raccolta di poesie di Azzurra d’Agostino è indicativo. La pioggia evoca dunque una visione realistica ma non scontata e che “rimanda” a elementi simbolici . Gli occhi di un bambino sono il “filtro” ideale per fare sgorgare dal cuore prima che dalla mente curiosi giochi pittoreschi con protagonisti animali, paesaggi  o anche esseri umani , la poetessa in primis.

L’autrice ci porta nel suo mondo all’insegna della decostruzione, rinnegando le leggi della logica e della matematica ma senza accusare o rinnegare il mondo che pure da esse è in qualche modo governato, ammettendo “In matematica non sono brava”. Quindi dobbiamo rinunciare a occhi “logici” per dare spazio a quelli di cui poco ci è dato strutturalmente sapere, come quelli degli animali.  Si potrebbe dire che Azzurra “studia” le mosse del cigno, del gatto o del merlo o di un cane per poi rielaborarle in un circo fantastico di sinestesie  che però riguardano anche la mente umana. Ad esempio:  Il levriero che cammina non per una semplice strada ma “per il pensiero” è un’immagine emblematica.

Del resto le immagini proposte sono anche “scomode” nella loro apparente semplicità. Chi pensa di addentrarsi in questa selva con atteggiamento semplicistico deve subito ricredersi perché ci pensa Azzurra a ricordarci che il poeta non è una “panchina” su cui sedersi per riposare, in cui cercare evasione o distrazione ludica. E’ un ammonimento a riflettere sulla necessità di affinare una volta per tutte le nostre percezioni, a non dare più alcunché per scontato e a “guardare” oltre osservando. Solo così potremo immaginare quel “salto” che ,evocato o reale, ci farà imparare a “volare”.

Il mondo “cambia” se ammirato  con altri occhi da quelli della quotidianità…ma il mondo cambia anche se noi non lo vediamo cambiare; provvede la natura stessa a farlo cambiare o solo trasformare temporaneamente con i suoi fenomeni atmosferici: la pioggia, oltre a far uscire le “rane” da sotto le foglie per bere, rovescia la terra e il cielo come due contenitori reciproci , i vetri realizzano disegni grazie alle gocce di pioggia non lasciandoci soli, il “vento” cambia l’ordine delle cose… Però allo stesso tempo non si sminuisce il ruolo dell’essere umano, che è prezioso a modo suo anche perché da lui arrivano i contorni sfumati delle parole che a tutto ciò danno un senso. “Prima” di tutto questo mondo così descritto da Azzurra, mancava quel “pezzetto” ,cioè IO, che può essere la poetessa stessa o una persona cui si dedica il brano. E’ dunque una sorta di “biglietto d’invito” a STARE nel mondo dove ci è capitato di nascere,  che nella sua brevità racchiude TUTTO con poche parole. E anche in questo consiste l’abilità del vero sinestesista.

 

L.M.

www.valigierosse.net

Un pensiero su ““QUANDO PIOVE HO VISTO LE RANE” di Azzurra D’Agostino (“Valigie Rosse”,2015)

  1. Patrizzia Casta

    Magnifici merci da te, amico. Sono capire la tua roba precedente
    e siete estremamente eccellente. I davvero avete qui acquisita, davvero
    siete dicendo e il modo in cui lo dici. Si rendono piacevole
    e ancora prende cura di per tenerlo intelligente . I Sono
    non posso l’ora di leggere molto più da voi. Questo è in realtà a formidabile
    sito . Maramures Grazie,
    buona giornata!

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